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principio del seguente, si possa affermare, che così fosse in generale la consuetudine. Il Comune provvedeva alla nettezza, custodia e manutenzione del canale detto il Saliente, il quale portando l’acqua da Castegneta, alimentava la fontana di Borgo Canale1 e tutte l’altre nell’interno della città; inoltre in eguale misura provvedeva alle fonti del Lantro, del Vasine, della Boccola, del Corno (alle quali in seguilo si aggiunse quella di Pignolo), che scaturivano dal versante settentrionale del colle sul quale è posta la città, la prima sotto il convento di S. Francesco, la seconda sotto quello de’ Padri Carmelitani, la terza sotto il Seminario vecchio di S. Matteo2, l’ultima sotto la Rocca3; ma erano in ultima analisi i Consoli delle rispettive Vicinie quelli, i quali doveano sorvegliare affinchè pure queste fonti fossero ben tenute, perchè se, rispetto al Saliente, vediamo dallo Statuto del 1248 affidato l’incarico di nettarlo ad un servitore del Comune4, vi troviamo anche: et de hoc detur fides Consulibus Vicinie de Canali in concordio dicentes. Et Consules teneantur et debeant hoc diligenter inquirere. Cuius banni sit medietas Comunis et alla medietas sit ipsorum Consulum. Et illud idem habeat locum de guazatoriis et lavellis et casa et Bucchula superiori per guardatores ipsius Bucchule et per Consules Vicin. s. Mathey. Et in lavellis et casa et guazatorio Lantri per custodem ipsius Lantri et de Consulibus ipsius Vicinie. Et in

  1. Arch. Capit. H 7 an. 1259; Stat. 1353, 16 § 105.
  2. Celestino I, 476.
  3. Stat. 1493, 8 c. 78 p. 280.
  4. Stat. 1248, 15 § 19 col. 2046 da completarsi con Stat. 1331, 15 § 17.