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base del riparto di questa spesa incombente a tutta insieme la città co’ suoi borghi chiusi entro le mura; ma la Vicinia avea perduto quel diritto di provvedere da sè e di propria iniziativa alla sua sicurezza, che le attribuiva nei tempi precedenti un certo aspetto di autonomia di fronte al Comune del quale faceva parte, ma che insieme rivelava, a mio vedere, una delle forme per le quali essa avea pigliato consistenza in mezzo ai torbidi tempi che ebbe ad attraversare.

Ho già accennato che le Vicinie aveano parte anche nell’ordinamento militare dei nostri Comuni. La milizia dei quartieri o sestieri (Portae), in cui si trovava divisa la città, era composta di compagnie, le quali, per quanto si può indurre dall’analogia coll’altre città1, erano formate in ogni Vicinanza quando la necessità lo richiedeva. Come quindi ogni quartiere della città era partito in Parrocchie o Vicinie, così anche la milizia d’ogni Porta era distribuita per Vicinati, e quindi Milano nel 1162, oltre le sei bandiere principali delle Porte, inalberava anche novantaquattro vessilli delle sue Vicinie2.

Anche le nostre Vicinanze, al pari che quelle delle altre città3, avevano il loro gonfalone. Così

  1. Deliz. d. Er. Toscani, XI, 199. V. i passi in Ric. Malispini cc. 141, 142, 167.
  2. Contin. Ac. Morenae in Pertz Mon. Germ. XVIII, 636. Cfr. Ricotti nelle Mem. della R. Accad. di Torino, S. II, tom. II, 151 seg., 161.
  3. Per es. per Parma v. Salimbene Chron. p. 31 seg. I passi del Continuatore di Acerbo Morena (Pertz XVIII, 636) provano che sotto i vessilli delle Vicinie, si schierava la fanteria cittadina. R. Malispini aa. ll. cc. Però nelle spedizioni a cavallo, o cavalcate, che erano accompagnate esclusivamente da arcieri e balestrieri (Ricotti p. 154; Mandelli II, 153), questi