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CINO DA PISTOIA

XXIV


     Or dov’è, donne, quella ’n cui s’avvista
Tanto piacer che ancor voi fa piacenti?
Poi non v’è, non ci corrono le genti,
Chè reverenza a tutte voi acquista.
     Amor di ciò nello mio cor s’attrista,5
Che voi con la. . . . . . . . . .
Per raffrenar di lei li maldicenti;
Ed io sol moro d’amorosa vista.
     Ch’è sì per Dio e per pietà d’Amore,
Ch’allegrezza a vederla ogn’uom riceve;10
Tant’è avvenante e di tutto dolciore.
     Ma non curaste nè Dio nè preghiera:
Di ciò mi doglio, e ognun doler si deve;
Chè la festa è turbata in tal maniera.



XXV


     Io son chiamata nuova ballatella,
Che vegno a voi cantando
Per contarvi novella
D’un vostro servo che si muore amando.
     5Io posso dir parole
Così vere di lui,
Come colei che vien dalla sua mente.
Madonna, egli si duole
E muor chiamando vui
10Ne’ sospiri del cor celatamente.
Quando il lasciai, piangea sì fortemente
Che forse egli è già morto,
Se alcun buono conforto
Non gli ha donato Amor di voi parlando.
     15Amor con lui parlava
Del vostro grande orgoglio,
Che voi d’ogni valor rende compita:


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