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CINO DA PISTOIA |
Non per campar, ma per aver conforto
Della morte crudel che far mi fate.
Et ho ragion, se non vincesse il torto.
XX
AD AGATON DRUSI DA PISA
Signore, io son colui che vidi Amore,
Che mi ferì sì ch’io non camperoe;
E sol però così pensoso voe,
Tenendomi la man presso lo core:
Ch’io sento in quella parte tal dolore,5
Che spesse volte dico — Ora morroe; —
E gli atti e gli sembianti ch’ïo foe
Son come d’un che ’n gravitate more.
Io morrò ’n verità; ch’Amor m’ancide,
Che m’assalisce con tanti sospiri10
Che l’anima ne va di fuor fuggendo;
E, s’io la ’ntendo ben, dice che vide
Una donna apparire a’ miei desiri
Tanto sdegnosa, che ne va piangendo.
XXI
Madonne mie, vedeste voi l’altr’ieri
Quella gentil figura che m’ancide?
Quella, se solo un pochettin sorride,
Quale il sol neve, strugge i miei pensieri;
Onde nel cor giungon colpi sì fieri.5
Che della vita par ch’io mi diffide.
Però, madonne, qualunque la vide,
O per via l’incontrate o per sentieri.
Restatevi con lei; e per pietate
Umilemente fatenela accorta10
Che la mia vita per lei morte porta.
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