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CINO DA PISTOIA |
In ciò che dello tuo ardente core5
Pasceva la tua donna umilemente;
Che lungamente stata era dormente.
Involta in drappo, d’ogni pena fore.
Allegro si mostrò Amor venendo
10A te per darti ciò che ’l cor chiedea,
Insieme due coraggi comprendendo:
E l’amorosa pena conoscendo
Che nella donna conceputo avea.
Per pietà di lei pianse partendo.
III
M. ONESTO BOLOGNESE A M. CINO
Quella che in cor l’amorosa radice
Mi piantò nel primier che mal la vidi,
Cioè la dispietata ingannatrice,
A morir m’ha condotto; e stu nol cridi,
5Mira gli occhi miei morti in la cervice,
E del cor odi gli angosciosi stridi,
E dell’altro mio corpo ogni pendice,
Che par ciascuna che la morte gridi.
A tal m’ha giunto mia donna crudele
10Ch’entro tal dolor sento in ogni parte,
Che l’alma a forza dallo cor si parte;
Chè ’l mio dolzor con l’amaror del fele
Haggio ben visto, Amor, com’ si comparte.
Ben ti consiglio, di lui servir guarte.
IV
M. CINO A M. ONESTO
Anzi che Amore nella mente guidi
Donna ch’è poi del core ucciditrice,
Si convien dire all’uom — Non sei fenice:
Guarti d’Amor, se tu piangi e tu ridi;
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