Tu vedi in ciel la fiammeggiante aurora,
Le stelle tue propizie e rutilanti,
E’ segni tutti quanti
Ora disposti alla tua degna spada: 65Vedi Pallade Marte e Iuno ancora,
Teco il braccio d’Alcide ed Atalanti:
Vedi beati e santi,
La terra e tutto, che t’aspetta e bada.
Ricòrdati di Iulio in la contrada 70Di Rubicon, che disse
— Et io ti seguirò, fortuna lieta. —
Chi d’Alessandro mai tanto ne scrisse,
Quanto fu più nel seguitar vittoria?
Allor s’acquista gloria 75Quando il poter s’aggiugne alla stagione.
Fiero Annibal; ma vinse Scipïone
Per seguir sua vittoria e suo pianeta.
Dunque non sia quïeta
La tua virtù, mentre che ’l ciel la chiama; 80Chè ora è tempo di trïonfo e fama.
Se la tua forza e la tua destra ardita
La tua gran maestà e providenza
Sèguita or sua potenza,
Chi contra Cesar fia ma’ troppo ardito? 85Vedi fortuna quanto ora t’aita
Con division altrui e differenza;
Chè sanza vïolenza
Vedi la gloria tua e ’l buon partito.
O signor mio magnanimo e gradito, 90Queste spade leggiadre
Rimettera’le sanza aver corona?
Ecco qui Italia che ti chiama padre,
Che per te spera omai di trïonfare,
E di sè incoronare 95Le tue benigne e prezïose chiome.
A te ne segue onore stato e nome;
A noi contento e ben d’ogni persona,
Che ma’ non ci abbandona.
Fede e speranza della tua virtute 100Fia nostra pace ed ultima salute.