Clementissima donna, or tu riserva
L’ira del figliuol tuo ch’è sopra noi; 36Vedi quant’è pestifera et acerva.
Qui vinca i santi e casti preghi tuoi;
E sponta quest’orribile saetta, 39Per tua pietà; chè sai che far lo puoi.
O dolcissima madre alta e perfetta,
O santa avvocatrice onesta e pia; 42Misericordia, grazia, e non vendetta!
Qui si vedrà tua dolce melodìa
Dinanzi al tuo figliuolo e l’orazione, 45Qui fioriranno i preghi di Maria.
Ecco l’ancilla tua ch’è ginocchione
Dinanzi da’ tuoi piè nè può parlare; 48Tant’è il suo pianto dalla contrizione.
Tu sola se’ che lei puoi consolare,
Chè ben conosci quanto l’è mestiero; 51Tu la puoi ben soccorrere e aitare.
Non fu mai re sì dispietato e fero
Che non volgesse l’occhio a qualche grazia; 54Qual sarà dunque ’l tuo clemente impero?
Vedi la cruda morte che la strazia
Togliendo a poco a poco i suoi be’ membri 57E ’n divorarne non si vede sazia.
O reina del ciel, or ti rimembri
Che sempre l’hai difesa in ogni estremo 60Con la pietà che nel tuo cuore assembri.
O santissima madre, or che faremo?
Non c’è rimaso in terra altra speranza 63Se non nel gremio tuo, a chi giremo.
Tu se’ lo scudo nostro e la baldanza
Che ci difende dall’eterna spada 66E per cui ci è rimessa ogni fallanza.
Virgo, se amor dell’umiltà t’aggrada
Quando dicesti — Padre, ecco l’ancilla, — 69Fa’ che la voce mia giusta non cada.
Io te ne prego, e per quella scintilla
Del superno splendor la cui gran lampa 72La nostra morte in croce dipartilla,