Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
RIME |
XL
Sovra la riva d’un corrente fiume
Amor m’indussse, ove cantar sentìa
3Sanza saver onde tal voce uscìa.
La qual tanta vaghezza al cor mi dava,
Che ’nverso il mio signor mi mossi a dire
6Da cui nascesse sì dolce desire.
Et egli a me, come pietoso sire,
La luce volse; e dimostrommi a dito
9Donna cantando che sedea su ’l lito;
Dicendo — Ella è delle ninfe di Diana,
Venuta qui d’una foresta strana. —
XLI
— O vaghe montanine pasturelle,
D’onde venite sì leggiadre e belle?
Qual è il paese dove nate sete,
Che sì bel frutto più che gli altri adduce?
5Creature d’Amor vo’ mi parete,
Tanto la vostra vista adorna luce!
Nè oro nè argento in voi riluce,
E mal vestite parete angiolelle. —
— Noi stiamo in alpe presso ad un boschetto:
10Povera capannetta è ’l nostro sito:
Col padre e con la madre in picciol letto
Torniam la sera dal prato fiorito;
Dove natura ci ha sempre nodrito,
Guardando il dì le nostre pecorelle. —
15 — Assai si dè’ doler vostra bellezza,
Quando tra monti e valle la mostrate;
Chè non è terra di sì grande altezza
Dove non foste degne et onorate.
Deh, ditemi se voi vi contentate
20Di star ne’ boschi così poverelle. —
— 413 — |