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FRANCO SACCHETTI

Con questo guasti i piani e le montagne
50Dei liberi viventi, e con diversa
Rapina siegui le tue voglie crude.
Armi ciascuno le sue membra nude
Più per disfarti che per far riparo!
Muovasi dal Carnero in sino al Faro!
55Et ancora il re giusto d’Ungheria,
E tutta Europa sia,
Se ciò non basta, a far che tu non urga!
Ercule qui resurga
E vinca te, sì come vinse Anteo
60E ’l crudo re di Tracia et Acheleo.
     Più che Nembrot superbo, e più crudele
Che non fu mai Galicola o Nerone,
Lupo se’ stato alle tue pecorelle.
Aspro tiranno con amaro fele,
65Quante ha’ tu fatto misere persone,
Morte e scacciate; e donne fatte ancelle!
Dolente se’, se lasci a lor la pelle;
E così vôti ciascheduna terra!
Or vuogli a chi è libero far guerra
70E spandere il velen là dove è il tosco.
Tu non conosci il Tósco:
Diviso era che è fatto unito.
E tu non se’ salito
Dove credesti a tua speranza vana,
75Quando mancasti fede a Serrazzana.
     A tutti que’ che voglion giusta fama
E tengon libertà ch’è tanto cara,
Come sa chi per lei vita rifiuta,
Canzon, non istar muta:
80Chè, se tal biscia or non si disface,
Non pensi Italia mai posar in pace.


(Dalla Miscellanea di F. Corazzini; che ricavò questa Canzone dal cod. magl. 852, pal. 4.)



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