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RIME

     La terza micidial crudele e fera
Fu l’innocente sangue di Cesena
Sparto da’ lupi tuo’ con tanta rabbia;
55Gravide e vecchie morte in grande schera,
Tagliando membri e segando ogni vena;
Pulzelle prese, e dir chi l’ha se l’abbia;
Et altre rifuggite in nova gabbia;
Alcune co’ fanciulli per più scempi
60Seguite e morte su l’altar de’ tempi.
O terra, o lago rosso del tuo sangue!
O pontefice, o diavol che ciò mosse!
O cardinal maligno di Gineva!
In cui si fideran l’umane posse,
65Veggendo come questa terra langue?
Guai a chi t’è sotto e non si leva!
Perchè giusta cagion è liberarsi
Da chi del sangue uman vuol nutricarsi.
     Veder può dunque ognun che si tien forte
70Nella sua libertà con degna lega,
Che ’l tempo vai quand’è chi tosto il prenda.
Ma que’ che non conoscon vita o morte
E che posson fuggir dalla tua sega,
Avvolti stando nella pigra benda
75Aspettan dopo cena aver merenda
E giugner nelli lor mortali inciampi.
Però, dalle tue branche ognuno scampi,
Pascendo lor anzi ch’altri lor pasca!
O fè confusa! Che posson dir quelli
80Tartari Turchi e gli altri infedeli,
Veggendo i gran pastori a Dio rubelli
E che lor vita sì ne’ vizi casca;
Se non di venir dentro a nostri teli
A vincer tutto ed a farsi ubbidire?
85Quel che a loro dovresti far sentire.
     Canzon, a quell’adulterata seggia
Ne va’; e di’ a colui che l’aombra
Vitupera consuma affligge e guasta,
Ch’anzi che sua final giornata veggia
90Italia ponga in pace, et a chi ingombra
La Terra Santa pinga la sua asta.


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