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FRANCO SACCHETTI

XIX


     Di poggio in poggio e di selva in foresta,
Come falcon che da signor villano
3Di man si leva e fugge di lontano,
     Lasso!, men vo, bench’io non sia disciolto,
Donne, partir volendo da colui
6Che vi dà forza sovra i cor altrui.
     Ma quando pellegrina esser più crede
Da lui mia vita più presa si vede.




XX


     Passato ha ’l sol tutti i celesti segni
Già l’undecima volta,
Che nel tempo ov’io son voi, donna, amai;
4E qui mi trovo amando più che mai.
     I lucenti capelli erano sparti:
Or su la vaga fronte
Veggio raccolti e con maggior biltate
8Che non furon già mai in loro etate.
     Tempo non vien che tal bellezza offenda,
Nè che per tempo amor più non m’accenda.




XXI


     Povero pellegrin salito al monte
Mi veggio lasso a scendere alla valle,
3Dove tostano è scuro ogni suo calle.
     O erta vana dilettosa e falsa,
Quanto se’ vaga all’ignorante ingegno!
6Guai a chi passa e non riguarda il segno!
     Passato sono, e vo, e sto, e corro:
Stella mi doni lume a cui ricorro.




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