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FRANCO SACCHETTI

     Come che sia, io ti ringrazio, Amore,
Che servo fatto m’ha’ di cosa tale;
E sempre l’amerò di fermo core,
12Se fermo core a niuno amante vale;
Che süo sono e d’altro non mi cale,
Fin che l’alma dal corpo sia divisa.




XIV

Ballata per altrui


     Nella più bella terra casentina
È apparita, Amor, un’angelina.
     La quale è tanto grazïosa e vaga
4Che qualunque la vede ne ’nnamora:
Ond’io veggendo lei senti’ la piaga
Che mi tirò più volte ove dimora;
Come colei che Falterona onora
8E ’l fiume suo in fino alla marina.
     Ballata, su per Arno, dove l’onde
Corron a piè della donna gentile,
Ne va’, e lei saluta, che risponde
12Come benigna accorta et umìle;
E fagli onor, che la ti dia lo stile
D’amar nella montagna fiorentina.




XV


     Siccome il sol, nascoso da alto monte
O d’una nuvoletta uscendo, luce
3Agli occhi umani ove vaghezza adduce;
     Così mi si mostrò con chiara luce
Subito uscir di scogli quella fronte
6Che ’l mio cor tiene in amorosa fonte.
     Di quanti color venni il sa colui
Che ’l fa et ella di cu’ sempre fui.



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