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ANTONIO PUCCI

     E si scorgono ivi a piè di questa
Nere e sottili due arcate ciglia:
E pien di maraviglia
24Riman ciascun che guarda i lucenti occhi;
     Però che vi par dentro Amor che scocchi
Saette d’oro, e punge altrui con elle.
E son le gote belle
28Piene e vermiglie come vuol ragione.
     Il naso ha tanta bella fazïone,
Che fa maravigliar giovani e vecchi.
Puliti e par’ gli orecchi,
32Pigliando ognun la parte che gli tocca.
     E, quanto a me, ella ha più bella bocca
Che di Lavina non scrisse Vergiglio;
Fregiati di vermiglio
36I due labbri sottili; e, quando ride,
     Alquanto l’un dall’altro si divide;
Sicchè dimostra i suoi piccoli denti
Bianchi e rilucenti,
40Che l’uno a lato all’altro è ben commesso.
     È ’l mento tondo, pieno, un poco fesso;
E tanto ben risponde all’altre cose,
Che colui che ve ’l pose
44Debbe di ciò per certo saper l’arte.
     E quanto a punto bene a parte a parte
Fu fatto ’l viso al qual nïente manca,
La gola svelta e bianca
48Immaculata senza alcun difetto!
     L’ampio compresso e ben composto petto,
Nel qual di duo pomette mi par l’orma,
Ha tanto bella forma,
52Che appor non vi porrìa senno umano.
     Grosse distese braccia; e la sua mano
Bianca vezosa sottile e pulita;
Sottili e lunghe dita
56Coll’unghie rilucenti un poco tenere.
     Tutt’altre parti d’esta nuova Venere
Che son coperte di sue belle veste,
Dicemi Amor che queste
60Rispondon ben siccome ragion chiede.


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