Ed hanno tanto onesto e bello sguardo
Ch’i’ non mi sazio mai quando gli miro,
E tal volta sospiro 28Pe’ raggi lor che son d’amore accesi.
Non son nascosi nè troppo palesi,
Ma, come si convien, nè più nè meno;
Ed ella senza freno 32Non gli apre, come molte, per le ciance.
Ben corrispondon le rotonde guance
Non grosse più nè men che si convegna
E lor ridente insegna 36Par latte e sangue mischio, ma più bello.
Ed ha il naso affilato e ritondello,
Nè grosso nè sottil fuor di misura,
Nè lungo di statura 40Se non che in quel che di ragion gli tocca.
Ed ha sì bella e piacevole bocca
Che par, quand’ella l’apre ad un sorriso,
Che s’apra il paradiso, 44Co’ labbri vermiglietti e rispondenti.
D’avorio paion suo’ lattati denti,
Piccioli, con bell’ordine ordinati,
Diritti e misurati, 48Come richiede sì fatto ornamento.
Alla sua faccia ben risponde il mento
Con piccol atto di concavitade,
Compiendo ogni beltade 52Di quella ch’è sopra le belle sola.
Sèguita appresso la candida gola
Cinghiata di piacevole grassezza,
E dà di se vaghezza 56Agli occhi di mirarla; i’ per me sollo:
E il dilicato e bianchissimo collo
Senza macula alcuna pregio dàlle,
Rispondente alle spalle, 60Siccome si convien, da ogni parte.
Ben operò natura qui su’ arte.
Che gli omeri le fece con diletto
E spazïoso petto, 64Quanto conviensi all’altre parti belle.