Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/338

BUONACCORSO DA MONTEMAGNO

II


     Ben mille volte il dì raccolgo al core
Ogni mio spirto, e fo novo consiglio
Di non più amare, e mostro il gran periglio
4Ove mi scorge il conosciuto amore;
     E con viva ragion, per lo migliore,
Snodo quel laccio; e con severo ciglio
Per libertà sì cara l’arme piglio
8Ribellandomi in tutto al mio signore;
     Ma poi, s’avvien ch’un cenno una sol vista
Di voi si scopra, subito ha tal forza
11Ch’a mal mio grado poi mi riconquista,
     E per vendetta la prigion rinforza,
E stringe il nodo sì, che l’alma trista
14Per man duol tace e ben servir si sforza.




III


     Non mai più bella luce o più bel sole
Del viso di costei nel mondo nacque;
Nè ’n valle ombrosa erranti e gelide acque
4Bagnâr più fresche e candide vïole;
     Nè, quando l’età verde aprir si vuole,
Rosa mai tal sopra un bel lido giacque;
Nè mai suono amoroso al mio cor piacque
8Simile all’onorate sue parole.
     Dal bel guardo vezzoso par che fiocchi
Di dolce pioggia un rugiadoso nembo
11Che le misere piaghe mie rinfresca.
     Amor s’è posto in mezzo a’ suoi begli occhi
E l’afflitto mio cor si tiene in grembo;
14Troppo ardente favilla a sì poca esca.




—332—