Salito nel Saturno, di sovrani
Lumi ripien discerne, onde altro scende 96Ed altro sale; e con Pier Damïani
Ragiona lì, e qual quivi risplende
Gli parla e noma più contemplativi 99Quel Benedetto onde Casin dipende.
Sal nell’ottavo ciel poscia di quivi;
E nel segno de’ Gemini venuto, 102Le sette spere ed i corpi passivi
Si vede sotto i piè. Poi conosciuto
Cefas, sua fede e suo creder confessa, 105Da lui richiesto, a lui tutto compiuto.
Con voce appresso luculenta e spressa
Il baron di Galizia la speranza 108Dice che è e che spetta con essa.
Indi venire a così alta danza
Giovanni mostra, il qual del corpo morto 111Di lui in terra il cava d’ogni erranza:
Poi seguitando, al suo dimando accorto,
Che cosa sia la carità, risponde, 114E qual da lei gli procedea conforto.
Appresso scrive come alle gioconde
Luci s’aggiunse quel padre vetusto 117Che prima fu da Dio creato, e d’onde
Tutti nascemmo, e per lo cui mal gusto
Tutti moiamo; il qual del suo uscire 120Là onde posto fu, e quanto giusto
In quello stesse, e quando il gran disire
Di quella gloria avesse, e la dimora 123Quanto fu lunga lì dopo ’l fallire
Gli conta, ed altre cose. Indi colora,
Quasi infiammato, il vicario di Dio 126Contr’a’ pastor che ci governan ora.
Poi come nel ciel nono su salìo
Descrive, dove l’angelica festa 129In nove cerchi vede: il suo desìo
Di lor natura lì li manifesta
Con sermon lungo assai mirabil cose 132E della turba che ne cadde mesta.