Piccarda vede, e della sua essenza
Nel primo cielo per manco di voto 18Con lei favella. E della sua presenza
Partita, Beatrice a lui divoto
Qual vïolenza il voto manco faccia 21Distingue ed apre, e simil gli fa noto
Perchè paian li cieli aprir le braccia
A diversi diverso, e come sièno 24Però presenti alla divina faccia.
Quindi, con viso ancora più sereno,
Se sodisfare a’ voti permutando 27Si possa o no, a lui dichiara a pieno:
E nel ciel di Mercurio ragionando
Veloci passan. Lì Giustinïano 30Prima di sè sodisfà al dimando;
Appresso, quanto l’imperio romano
Sotto il segno dell’aquila facesse 33Gli mostra in parte; e poi a mano a mano
Parlando seco volle ch’el sapesse
Romeo in quella luce glorïarsi, 36Che fe quattro regine di contesse.
Induce poi Beatrice a dichiararsi
Come giusta vendetta giustamente 39Fosse vengiata: e quindi trasportarsi
Nel terzo ciel, veggendo più lucente
La donna sua, s’avvide. Ivi con Carlo 42Martel favella, il quale apertamente
Gli solve, che il mosse a dimandarlo,
Come di dolce seme nasca amaro: 45Quindi Cunizza viene a visitarlo,
E del futuro alquanto gli fa chiaro
Sovra i Lombardi; e con Folco favella, 48Che gli mostra Raab. Indi montaro
Nella spera del sole, ove una bella
Danza di molti spiriti beati 51Vede far festa e nel girarsi isnella:
De’ quai gli furon molti nominati
Da Tommaso d’Aquin, che di Francesco 54Molto gli parla e poi degli suoi frati.