Appresso usciti dall’arïa grossa,
Imaginando vede crudi effetti 93Venuti in molti da ira commossa.
Quivi gl’invìa un angel; per che stretti
Alla grotta amendue a non salire 96Dalla notte vegnente fur costretti.
Posti a sedere incominciaro a dire
Insieme dell’amor del bene scemo 99Che ’n quel giron s’empieva con martìre:
Dove, siccome noi veder potemo,
Distintamente Virgilio ragiona 102Come si scemi in uno ed altro estremo;
Che sia amor del quale ogni persona
Tanto favella, e come nasca in noi. 105L’abate lì di San Zen da Verona
Con altri assai correndo vede poi;
E con lui parla, e seguel nell’oscuro 108Tempo, con altri retro a’ passi suoi,
Come scorrendo si rifà maturo
D’accidïa l’acerbo. Indi ne mostra 111Come, dormendo in su ’l macigno duro,
Qual fosse vide la nemica nostra,
E come da noi partasi; e isdormito 114Come venisse nella quinta chiostra,
Fattoli a ciò da un angelo lo ’nvito.
Quivi giacendo assai spiriti trova, 117Che d’avarizia piangon l’acquisito
In giù rivolti e, perchè non se ’n mova
Alcun, legati tutti; e quivi parla 120Con un papa dal Fiesco: appresso prova
L’onesta povertà, ed a lodarla
Ugo Ciapetta induce; i cui nepoti 123Nati dimostra tutti atti a schifarla,
Pien d’avarizia, e d’ogni virtù vôti;
E come poscia contro alla nequizia, 126Passato il dì, cantando vi si noti.
Quindi per tutto novella letizia
E lo monte tremare fino al basso 129Dimostra, mosso da vera giustizia.