Che sia fortuna e la cagion de’ vari
Suoi movimenti Virgilio gli schiude. 51E discendendo poi con passi rari
Trovan di Stige la nera palude,
La qual risurger vede di bollori 54Da sospir mossi d’alme in essa nude;
Dove gli accidïosi peccatori
E gl’iracundi gorgogliando in quella 57Fanno sentir li lor grevi dolori.
Sovra una porta poi doppia fiammella
Subito vede ed una di lontano 60Surgere ancora e rispondere ad ella.
Quivi Flegiàs adirato il pantano
Oltre gli passa, nel qual vede strazio 63Far di Filippo Argenti e non in vano.
Ed a pena era di tal mirar sazio,
Che a piè della città di Dite giunti, 66Senza esser lor d’entrarvi dato spazio,
Si vide, e quivi da disdegno punti
Per la porta serrata lor nel petto 69Dalli spiriti più da Dio disgiunti.
E mentre quivi stavan con sospetto,
Le tre Furie infernai sovra le mura 72Tisìfon vider Megèra et Aletto:
Appresso, a ciò che l’orribil figura
Del Gorgon non vedesse, il buon maestro 75Gli occhi gli chiuse e fenneli paura.
L’ascender poi per lo camin silvestro,
Per cui la porta subito s’aprìo, 78Mostra, e il passar loro in quello destro.
Qui da dolenti strida ed alti — Ah Dio! —
Che de’ sepolcri uscivano affocati 81De’ quai pieno era tutto il loco rio,
In quelli essere intese i trascotati
Eresïarchi e tutti quelli ancora 84Che ad Epicuro dietro sono andati.
Lì ragionando picciola dimora
Con Farinata e con un altro face 87Ch’alquanto all’arca pareva di fora.