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RIME

XXIV


     Non treccia d’oro, non d’occhi vaghezza,
Non costume real, non leggiadrìa,
Non giovanetta età, non melodìa,
4Non angelico aspetto nè bellezza
     Potè tirar dalla sovrana altezza
Il re del cielo in questa vita ria
Ad incarnare in te, dolce Maria,
8Madre di grazia e specchio d’allegrezza;
     Ma l’umilità tua, la qual fu tanta
Che potè romper ogni antico sdegno
11Tra Dio e noi e fare il cielo aprire.
     Quella ne presta dunque, madre santa;
Sicchè possiamo al tuo beato regno,
14Seguendo lei, devoti ancor salire.




XXV


     O regina degli angioli, o Maria,
Ch’adorni il ciel co’ tuo’ lieti sembianti,
E stella in mar dirizzi i naviganti
4A porto e segno di diritta via;
     Per la gloria ove sei, vergine pia,
Ti prego guardi a’ miei miseri pianti;
Increscati di me; tômmi d’avanti
8L’insidie di colui che mi travìa.
     Io spero in te et ho sempre sperato:
Vagliami il lungo amore e riverente
11Il qual ti porto et ho sempre portato.
     Dirizza il mio cammin; fammi possente
Di divenire ancor dal destro lato
14Del tuo fìgliuol fra la beata gente.



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