Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/280

FAZIO DEGLI UBERTI

Chè si vuol giudicare
Tal’or di for l’intenzïon nascosta.
180E se trovi la gente mal disposta,
Se dagli orbi superbi sei derisa,
Lascia pur fare; e vedrai belle risa.


(Dai Codd. Ricc. 1126, 1156, 735.)



XIX

A CARLO IV DI LUZIMBURGO, L’ITALIA


     Di quel possi tu ber che bevve Crasso
E veder le tue membra come Mario!
O, come Sceva, sia di piaghe vario;
O divenghi mendico come Oreste!
5Come a Odarete il sol ti passi ’l casso,
E trovi tai fedel quali ebbe Dario!
O quale ebbe Tarpeia abbi salario,
O quante a Giob ti vengano moleste!
E se non bastan queste
10Tante bestemmie e tanta ria ventura,
Tante te ’n vengan quante Ovidio augùra
Contra Ibim e se più ne furon mai!
Forse che tu non sai
Chi sì t’assal non sanza grande e dura
15Cagion, quale udirai con lingua oscura?
Sappi ch’i’ son Italia che ti parlo,
Di Lusimburgo ignominioso Carlo.
     Qual dolor vince quel che ciascun sente,
Quando di nuovo veramente sanza
20Si vede più d’aver qualche speranza
Nel male stato suo lungo e perverso?
Certo, nessuno: sì com’io dolente
Ausonia provo, che per grande stanza


—274—