Volgo alla lupa1 vana i tristi versi,
Che spera in Talamone e nella Diana; 245Lascerà l’altrui tana,
E nella sua sarà poco sicura;
Arroterà la scura,
Che taglierà da piede ’l suo riposo.
Io pur noto e pur chioso. 250La pulce2 to’ riposo
A chi dorme e a chi vegghia,
Per molte torte c’ha nell’altrui tegghia.
Vedrai menare stregghia
Al cavallo sfrenato3 255Più anni ammantellato;
Ma e’ fia liberato
E poi inceppato — dalla mala petra:
La mala petra scende la Scatorbia.4
Quadrella senza gorbia 260Veggio piover per turma:
Veggio per porta eburna
Entrar i novi gotti,
Ch’oggi son pegolotti.
E le ciance co’ motti 265Saranno del grifon5 mortal tormento,
S’avuto n’ha il talento;
E per suo amor vorrebbe Ercol e Cacco;
Ben ne fia rotto e fiacco.
Or vedrai novo macco 270Nella Marca Ducato e Patrimonio:
Dice ciascun che sa più del dimonio;
Ma e’ fian messi al conio,
E merti giusti avran di lor dispetti.
Lasso! il sasso dell’oca6 ne’ miei detti 275E la vita de’ vecchi7 e suoi gentili,