E di pelle e di lana.
E per molte fiumana
Ti converrà nuotare, 25E nel mar affogare — e toccar fondo.
Io più non mi nascondo;
Però che tutto ’l mondo
Par che si senta mondo — d’ogni bene;
Ma dicer mi conviene; 30Però che senza spene — son rimaso....
Italia, il tuo martìre
Intendo far sentire;
E non pensar fuggire — per peggiorare.
E vòmmi incominciare 35Dal barattier che tien l’anguilla in mano.1
Tu che guardi Milano
E poi fai capitano
Di casa tua la morte,
Tu se’ verace morte 40Di giustizia e di pace.
Ogni guerra ti piace,
E ogni verace — t’è mortal nemico.
Io pure te lo dico:
Per non conoscer fico, 45Ti fia data la sorba;
I’ dico sorba nè mézza nè macera.
La gente già si macera;
E la biscia getta il pasto e l’orgoglio:
Ed al passar del soglio 50Ti fia data la stretta.
Ognun che vuol vendetta
Non abbia fretta:
Chè la giusta vendetta
Non tarda a chi l’attende. 55Or senza padiglioni e senza tende
Le bende avranno spaccio:
Senza tendere il laccio,
Avaccio avaccio — entrerai nella rete;
↑(Postille dei Codici.) Barattier che tien l’anguilla in mano: ciò è il signor di Lombardia.