Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/263


RIME

XVI

LE SETTE ALLEGREZZE DI MARIA


     O sola eletta e più d’ogni altra degna
D’esser chiamata madre di colui
3Che solo eternalmente vive e regna;
     Non disvoler che il tuo devoto, a cui
Sempre hai concessa tua misericordia,
6Parli di te che preghi ogn’or per nui.
     Tu sola mitigasti la discordia
Che fu tra Dio e l’uomo, e tu cagione
9Sei d’ogni bene che quaggiù si esordia.
     Per te si aperse la scura prigione
Di quell’abisso che mai non si sazia
12Di nostra umana generazïone.
     Ricordati quando piena di grazia
Fosti chiamata da quel degno messo
15Che col suo creatore in ciel si spazia,
     E come con tremor turbata adesso
Tu rispondesti all’angelico canto
18— Come potrebbe seguir questo eccesso? —
     Ma poi udendo che ’l Spirito Santo
Sopravverebbe in te e come Dio
21Della tua carne vestirebbe il manto,
     Allora con divoto aspetto e pio
Dicesti — Ecco l’ancella del Signore,
24Sia fatto ciò che vuole il padre mio; —
     E come adesso quel sommo fattore
Fe nel tuo ventre discender suo figlio
27Che poi fu morto per lo nostro amore.
     Poi ti ricorda che senza ogni impiglio
Tu lo portasti e poi lo partoristi
30Senza dolore e senza alcun periglio;
     E la virginità che tu avisti
Nel nascer tuo così monda ed intera
33Rimase dopo il parto che tu fisti.
     E come il sole in sua lucida spera
Il vetro non corrompe e per lui passa,
36E sua chiarezza riman pura e mera;


—257—