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FRATE STOPPA

Per divider Lamagna in cotal modo
72E gli altri tuo’ vicini, e tu star sodo.
     In te si forma uno specchio evidente
Nel qual potrà mirare ogni superbo;
Per te vien men la consegrata gente,
76Per te fia il mondo periglioso e acerbo,
Per te ogni prelato fia dolente:
Di te alcuna cosa a dir mi serbo.
E fie cagion di questo grave male
80Quel che tu tien che più ti sia leale.
     Sarà la Chiesa de’ pastor privata;
Fie beato qual potrà negare
Il chericato e rifiutar l’entrata:
84Fìane cagion la terra d’oltremare:
Invidia, gola al chericato guata,
Superbia, simonìa, lussurïare:
Poi fie la Chiesa ornata di pastori
88Umili e santi, come fur gli autori,
     O re Giovanni, di Buemme sire,
Del bel piacer ch’allo ’ntelletto prendi
Te fai sì grande, che del deservire
92Inviti alcun che col voler offendi:
Tu pensi di far tanto, tu di dire,
Che lo sbandito già da Dio difendi,
Non per amor che tu dolce gli porti,
96Ma per lo ben che speri che t’apporti.
     Tre volte muterai, anzi che giunga
Il colpo del martel che ti conficchi
Nel core il ben, che dal voler tralunga,
100E prima che profitto se ne spicchi:
Avrai una perfetta pace e lunga
Di quella guerra in la qual non arricchi;
Ma goderalla poco il tuo figliuolo:
104Pur sarai poi d’imperïale stuolo.
     O messer Carlo, nato in isperanza
Vestito della nobile intenzione
La quale avete tutti per usanza,
108Ma tu la pigli come derisione,
Senza pensar la tua poca possanza,
Ardito in te contra tanta unïone;


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