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MATTEO FRESCOBALDI |
Oneste e vaghe, questa con voi siede,
20Da cui sento tutt’ore
La chiara luce del suo isplendore.
Se questa mia preghiera
Da voi sarà accettata,
D’ogni salute averà el mio cor manto;
25Chè l’anima ne spera
Per lei esser beata:
Ond’io vi mando questo nuovo canto;
E se le degna d’ascoltare alquanto.
Dice che lo mio core
30Sarà sempre lontan d’ogni dolore.
(Questa Ballata e le due precedenti furono di sur un cod. magliab. del sec. XV pubblicate per nozze in Firenze; Piatti, 1844.)
VIII
Amor, dacchè ti piace pur ch’io dica
Quanto natura di virtù corona
La donna che mi sprona
A farmi di sè servo assai contento.
5Dico che gentilezza la notrica
Naturalmente sovra ogni persona:
E questo effetto suona
Per tutto l’universo, e io ’l consento:
Perchè, quando la miro, nel cor sento
10Una dolcezza ch’è tanto soave,
Ch’io ne ringrazio te, e lei dico — Ave. —
È di bellezza adorna costei tanto,
Quanto a figura umana si conviene;
Chè, a chi la guarda bene,
15Visibil prova ne dimostra il vero:
E non è cor villano non sia affranto;
Chè, quando per fortuna a lei s’avviene,
Prival d’affanno e pene
Tanto che monta di virtute altero;
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