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MATTEO FRESCOBALDI




I


     Com’ più riguardo l’onesta bellezza
Che sotto nero manto chiara luce,
Più sento Amor che nella mente adduce
4Gaia novella gioia d’allegrezza;
     La qual m’infiamma sì di sua vaghezza,
Che sovr’ogni virtù nel cor riluce.
Quest’è colei che m’entrò per la luce
8Con quel signor che frange ogni durezza.
     Sì dolcemente dentro del cor posa,
Che ciascun mïo spirito contenta,
11E l’alma più mi vive dilettosa.
     Ver è ch’alcuna volta par ch’io senta
Una fiamma d’amor tanto amorosa,
14Che la troppo dolcezza mi tormenta.


(Pubblicato di sul cod. 580 chig. nel vol. III dei Commentari della volgar poesia, di G. M. Crescimbeni; Roma, 1710.)




II


     Accorr’uomo, accorr’uomo! i’ son rubato!
All’arme, all’arme! correte alla strada,
Prima che questa ladra se ne vada,
4Che m’ha co’ suoi begli occhi il cor furato,


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