E lì dinanzi dalla prima scorta
Fu lasciato egli, perocchè la fede 141La ragion mostrativa non comporta.
Lo fondamento d’essa oggi mai vede:
Li sette don dello Spirito Santo 144Eran quel lume che ’nnanzi procede;
E i ventiquattro che facean quel canto
I libri della Bibbia erano, quelli 147Che hanno mo di chiarezza ciascun manto;
E i quattro che avieno ali più che uccelli
Eran gli Evangelista, che mostrare 150L’esser di Dio da’ pie fino a’ capelli.
Cristo era quel grifon che vedea chiaro,
Che menava la Chiesa santa dietro, 153Chè le sue carni Dio ed uom portaro:
E le tre donne che scrive ’l suo metro
Eran quelle teologiche perfette 156Che non si veggion che per divin vetro:
L’altre eran quattro cardinai dilette,
Che n’andavano a modo di prudenza 159Ch’è nei tre tempi, come l’autor mette:
Li due che medicâr la nostra essenza
Fur Paulo e Luca, e gli altri quattro fôro 162Quei che epistole fare ebber potenza:
E ’l vecchio ch’era dietro a tutti loro
Pu Moïsè. E così ci descrive 165E mettene per questo stretto foro.
Poi dice appresso perchè mal si vive
Per gli pastor di quella navicella, 168Come l’opere lor furon lascive.
E quella volpe di cui ci favella
Fu Maometto, che diede un gran crollo 171Al carro, come conta la novella:
Poscia lo impero per aquila pôllo,
E scrive come il bell’arbor del mondo 174Per dare al papa si fece un rampollo.
Mette poi Eunoè che mostra il fondo,
Per la chiarezza sua, di questa fede; 177E quinci uscì per gire al ciel rotondo.