Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Questo dicendo, null’uomo sconforto;
Ma non mi par da prender sicurtade
11Nè riputarsi e dir — Or chi son io? —
Chè molti legni rompon presso al porto;
Cadesi di ricchezza in povertade;
14Tal’or chi oggi par buon, dimani è rio.
III
Molto fa gran pazzia quei che s’arrisca
Più che suo stato e forza gli richieggia:
Perciò ciascun discretamente veggia
4Che non si metta in luogo che perisca.
Far più che si convegna nul s’ardisca:
Miri l’uom saggio sè medesmo e reggia;
Se Dio nol manda, nel sicuro seggia;
8Confortisi, se ’l manda, ed ubbidisca.
Molti questa cotal presunzïone
Fatto ha in basso ben d’alto cadere
11O per lussuria o per ambizïone.
Consiglio dunque lor di provvedere
In ciò che fa lo fine e la cagione:
14Di sè mai non si fidi e suo parere.
(Dal Volgarizzam. del Dialogo di San Gregorio, Roma, Vagliarini. 1764.)