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RIME

Perchè tu fatta nel mondo vicara
Se vien senza ripara,70
Nel dì giudizio avrai quel guiderdone
Che la stagione converrà che scopra.
Ahi come avrai in te la legge propra!
Ben sai che Morte adopra
Simile di ricever per giustizia.75
Poi tua malizia sarà raffrenata
O da terribil Morte giudicata,
Come sei costumata
In farla sostener ai corpi umani.
Per mia vendetta vi porrò le mani.80
     Ahi, Morte! s’io t’avessi fatta offesa
O nel mio dir ripresa,
Non mi t’inchino ai piè, mercè chiamando;
Chè disdegnando io non chero perdono;
Io so che non avrò vêr te difesa,85
Però non fo contesa;
Ma la lingua non tace mal parlando
Di te in reprovando cotal dono.
Morte, tu vedi quale e quanto sono,
Che con teco ragiono:90
Ma tu mi fai più muta parlatura,
Che non fa la pintura alla parete.
E come di distruggerti ho gran sete,
Che già veggio la rete
Che tu acconci per voler coprire95
Cui troverai a vegliar o dormire!
     Canzon, andra’ne a quei che son in vita
Di gentil core e di gran nobiltate:
Di’ che mantengan lor prosperitate,
E sempre si rimembrin della Morte,100
In contrastarle forte;
E di’, che se visibil la vedranno,
Che faccian la vendetta ch’ei dovranno.




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Rime di Cino da Pistoia e d’altri del sec. XIV.

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