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CINO DA PISTOIA

     Amor, la mia ventura è troppo cruda,
E ciò che 'ncontran gli occhi più m’attrista:
Dunque, mercè! che la tua man li chiuda,
Da c’ho perduto l’amorosa vista;40
E quando vita per morte s’acquista,
Gli è gioioso il morire:
Tu sai dove de’ gire
Lo spirto mio da poi,
E sai quanta pietà s'arà di noi.45
     Amor, ad esser micidial pietoso
T’invita il mio tormento:
Secondo c’ho talento
Dammi di morte gioia,
Sì che lo spirto al men torni a Pistoia.50




LXXXIII


     Giusto dolore alla morte m’invita;
Ch’io veggio a mio dispetto ogn’uom giulivo
E non conforto alcuno, stando privo
Di tutto ben, chè ogni gioi’ m’è fallita.
     Ma non so che mi far della finita,5
Ch’al morir volentier già non arrivo;
Così ’n questo dolor, misero!, vivo
In fra 'l grave tormento di mia vita.
     O lasso me, sopra ciascun doglioso!
Se gli occhi miei non cadessero stanchi,10
Mai non avrei di lagrimar riposo;
     Chè a ciò non vuol Amor ch’un’ora manchi.
Poi che in oscuro di stato gioioso
Si mutaro i color vermigli e bianchi.




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