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in Piemonte, e ultimamente il Vianelli di Chioggia lo hanno felicemente imitato. Quanto alli suoi traduttori veggasi la prefazione. — IV. Li Salici breve poemetto fatto ad imitazione d’Ovidio nella metamorfosi di Dafni, con appresso un frammento d’un egloga indiritta a certo Puderico, di cui sappiamo, che, benchè cieco, il Poeta consultava il giudizio. — V. Una Lamentazione ai mortali sulla morte di Cristo Signore, che in parte si vede in terzine tradotta nelle rime stesse del Sannazaro. — VI. Tre libri di Elegie veramente degne di Properzio, intorno a varj argomenti. — VII. Tre libri di Epigrammi, tra i quali quello in onore della città di Venezia gli meritò per decreto del Senato un premio di cento ducati d’argento per cadaun verso. Ve ne sono però molti di proibiti, li quali nell’edizione del Comino del 1719 veggonsi stampati in un foglio a parte con la data di Amsterdamo. — VIII. Le sue Rime intitolate alla Marchesa Cassandra, nelle quali imitò felicemente il Petrarca.
E queste sono quelle opere, che terranno in vita il nome del Sannazaro, per quanto durerà tra gli uomini’di lettere quel buon gusto, che sino a qui le ha riputate degne dell’universale estimazione ed applauso.