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ottimi versi la sua Mergillina, e di predicare la líberalità del Re donatore.
Ma nemmeno di quella potè goder lungamente; perciocchè dietro le suggestioni di Papa Alessandro VI, unitisi Lodovico Re di Francia, sostituito a Carlo, e Ferdinando Re di Spagna per discacciar, come avvenne, dal soglio il Re Federico; essendosi questo ritirato in Francia, il Sannazarò con raro esempio di costante fedeltà, non solo volle seguirlo e a Marsiglia, e nelle Fiandre, nella Normandia fino alla Loira, dove il Re lasciò di vivere; ma ben anche lo soccorse di denaro colla vendita di alcuni suoi propri beni. Compiuti per questo modo li doveri di fedel suddito verso il 1505 se ne ritornò in patria, dove giunto cercò per ogni guisa di piacere alla Regina Giovanna, appo cui ritrovandosi frequenti volte, restò preso dalla bellezza ed ingegno della Marchesa Cassandra, una fra le Dame di onore senza per altro, che verun desiderio meno che onesto nell’animo concepisse; del che ne può essere assicurato chicchesia, pur che sappia aver lui sollecitato il matrimonio di quella con certo Alfonso Castriota, il quale, dopo averle promesso di far lei sua consorte, cercava modo di sdebitarsene. Ma giunto ad una età, che per li sofferti affanni e per lo molto studio gli si rendeva più molesta d’assai, pensò di ritirarsi in un luogo alle falde del monte Vesuvio (forse Sant’Anastasia in vicinanza