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di fedeltà, e poichè le misure dei nostri metri non adattansi a quei sentimenti, rassettar e girar in modo li sentimenti medesimi, che adattandosi alle misure nostre, facciano un effetto equivalente a quello, che fanno nel lor essere primitivo.

Per dir finalmente qualche cosa anche delle annotazioni, di cui pensai fornire la mia traduzione, comecchè sieno da taluno biasimate qual estraneo peso, ed incomodo interrompimento della lettura, io nulla meno ne apposi al mio lavoro non poche, sul riflesso (parmi di qualunque altro più vero) che quando si tratta di luoghi, di fatti, di circostanze, di allusioni, di augurj ec. è difficile assai che tutti i leggitori, massime giovani, abbiano una idea perfetta di tutto, e che per conseguenza assaporino in tutta estensione l’autore. M’è grato però confessare con ingenuità, che vi sarà assai poco del mio, nè avrò il merito che della pazienza, cui sostenere dovetti, per raccogliere e scegliere le notizie, che più credei necessarie allo schiarimento del testo. La vita poi ve l’aggiunsi, e di mia penna la scrissi, perocchè all’intelligenza dell’egloghe sempre se ne abbisogna, e, tranne quella del Volpi troppo lunga, nè lauta in tutto, niuna delle altre poteva servire compiutamente all’oggetto.