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timi offre alla poesia soggetti meno aggradevoli di quella de’ primi (Discours sur la nature de l’Eglogue). Se il Fontanelle si fosse ritrovato nelle sue circostanze, avrebbe per avventura pensato diversamente. Il Sannazaro nel più bel clima d’Italia vedea dalla sua Mergillina i pescatori approdare colle barchette, deporre le prede, asciugare le reti sul vicino Posilipo, che stende le falde in un ridente mare. Il prospetto del mare aggiunge indubitatamente vaghezza al paesaggio campestre. Mi pare, che frammischiando ai fiori, alle fronde, alle ombre delle circostanti rive le immagini dei pescosi stagni, delle muscose grotte, dei tufi, delle conchiglie, dei coralli ec. non si possa che accrescere la grazia, il diletto, e l’amenità della scena. Niente poi v’ha di più delizioso di una sera estiva sul mare rallegrata dai raggi della luna, che si rifrangon nell’onde, e della frescura dei Zeffiri, che lievemente le increspano. Il Sannazaro colpito da tanti lusinghieri oggetti prende la penna per dipingerli vivamente, e lascia che il bello spirito geometra misuri a suo senno le bellezze poetiche col compasso. Delle censure del letterato Francese il compensamen gli encomj di un dotto Spagnuolo (Gio. Luigi della Cerda della compagnia di Gesù in Com. ad VII. Aeneid.) il quale non ebbe difficoltà di affermare, che Napoli avea maggior ragione di andar fastosa per l’Egloghe Pescatorie del Sannazaro, che per la Tebaide di Stazio, altro suo celebre figlio.”

(6) Il Corvo è qui preso per indizio di vicino sinistro. Era questo uccello amato da Apollo per la candidezza