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libro primo | 87 |
di nostro signore; in ciò si è fatta veder manifesta la tua malvagità e la tua falsità. Ora, si suol dire egregiamente:
Finchè, lieti all’udir nube che tuoni,
Non muovono a danzar con gaudio insano?1.
Intanto, poichè tu hai condotto a questo punto nostro signore, qual conto farai tu d’un nostro pari? Perciò, non è punto bello che tu stia con me. Perchè è stato detto:
Damanaca disse: Come ciò? — E Carataca cominciò a raccontare:
Racconto. — C’era una volta in una città il figlio d’un mercante, di nome Nanduca, e v’abitava anche un altro mercante di nome Lacsmana. Costui un giorno, avendo perduto il suo avere, divisò di passare in altro paese. Perchè è stato detto:
E poi:
Ora, in casa sua stava una stadera, già stata acquistata da’ suoi vecchi, atta a sostenere un gran peso di metallo, perchè egli, depostala in casa di Nanduca, partì per altro paese. Poi, quand’ebbe viaggiato lungo tempo e a sua voglia in quel paese straniero, ritornato alla sua città, così prese a dire al mercante Nanduca: Mi si renda, o mercante, la stadera del deposito. — Ma l’altro disse: Oh! essa non c’è più. La tua stadera è stata mangiata dai topi. — Udendo ciò, Lacsmana disse: O Nanduca, tu non hai alcuna colpa se essa è stata mangiata dai topi. Il mondo è così, e nessuna cosa vi rimane eterna. Ma io ora voglio andare al fiume per fare un bagno; e però manda tu con me questo tuo piccino di nome Danadeva perchè mi porti gli arnesi del bagno. — E Nanduca che temeva di Lacsmana per avergli rubato la stadera, disse a suo figlio: O caro, tuo zio Lacsmana vuol andare a fare un bagno nel fiume. Togli adunque gli arnesi del bagno e va con lui. — Oh! quanto a proposito si suol dire:
- ↑ Modo proverbiale. Il deretano dei pavoni (cosa brutta in tanta loro bellezza) non si vede se non quando saltellano, e ciò all’avvicinarsi di qualche temporale allorchè si rallegrano per la vicina pioggia. Così la malvagità umana non si fa conoscere che in certe date occasioni.