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82 | novelle indiane di visnusarma |
E poi:
Se stoltamente alcun rivolge un motto,
Veracemente egli è bell’e spacciato. —
Ma colui, non badando punto a ciò, senza restarsi mai andava dicendo alle scimie: Oh! perchè faticate voi inutilmente? — Perchè egli non cessava dal cicalare, una scimia adirata per l’inutile fatica, afferratolo per le ali, lo sbattè contro una rupe ed egli morì. Perciò io dico:
E poi:
E ancora:
Vedi! per colpa d’una scimia stolta,
Senza nido è rimasa
La passera che bella avea la casa! —
Damanaca disse: Come ciò? — E l’altro disse:
Racconto. — C’era una volta in un paese selvoso una pianta di sami1, dove abitava una coppia di passeri selvatici che avevan fatto il loro nido, sospesolo al vertice della pianta. Un giorno, nell’ora ch’essi due si stavano là tanto bene, un nembo di nuvole d’inverno cominciò lungamente a piovere. Allora una scimia, noiata dal vento e dalla pioggia, col corpo fradicio, battendo i denti e tutta tremante, accostatasi alla radice di quella pianta, là si accoccolò. Vedendola starsi così, la femmina del passero gridò: O amico,
Udendo cotesto, la scimia le rispose con ira: Oh vil creatura! E perchè non fai tu silenzio? Oh impudenza di costei! Perchè ha una casa, si ride di me. Intanto,
Va cicalando e non teme di male.
Ucciderla perchè non dovre’ io? —
Così avendo brontolato fra sè, disse: A che, o sciocca, ti dài pensiero di me? Ora, è stato detto:
- ↑ Nome indiano d’una pianta.