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Quei re che piaccionsi
Di gente abietta
Nè la via seguono
Ch’uom di corretta
Ragione addita,
In loco ficcansi


Che non ha uscita,
Loco difficile,
Vero malanno,
Quale una gabbia
Di tutto danno.


Ora, se tu diventerai suo ministro, nessuna persona onesta vorrà starsi con lui. Perchè è stato detto:


Anche se un prence è un’arca di virtù,
Ma scellerati consiglieri egli ha,

A lui le genti non ricorron più,


Che ha dolci l’acque, ma nido si fea
Com’a un lago tranquillo non si va
D’alligatori di natura rea.


Nostro signore intanto, abbandonato da ogni persona onesta, presto sarà perduto. Perchè è stato detto:


Di quei re che sollazzo soglion prendere
Di servi che lor contano le favole

Varie piacenti, e un arco non san tendere,
Fan tripudio i nemici e sono in giubilo.


Ma a che cercar d’istruirti, sciocco come sei? Sarebbe tutta una pazzia, non un’opera utile. Perchè è stato detto:


Cosa inflessibile
Alcun non pieghi,
Rasoio a un ciottolo
Alcun non freghi.


Sappilo, sappilo!
È Sucimuca!
A gente indegna
Mai non s’insegna! —


Damanaca disse: Come ciò? — E l’altro disse:

Racconto. — Era già in un paese montuoso una brigata di scimie. Una volta, nella stagione dell’inverno, esse, col corpo che tremava tocco da un vento impetuoso, vessate da una pioggia fredda, noiate dallo stillar di nuvole piovose, non potevano aver pace in alcun modo. Ma poi, alcune fra loro, avendo raccolto certi frutti di gungia1 che luccicavano come scintille di fuoco, nel loro desiderio d’averne, si posero tutte intorno a soffiarvi sopra. Allora, un uccello di nome Sucimuca, vedendo quel loro inutile affaticarsi, disse: Oh! sciocche tutte voi! Non son scintille di fuoco, ma si frutti di gungia. A che cotesto inutile affaccendarsi? Non ve ne verrà alcun riparo al freddo! Cerchisi piuttosto qualche luogo della selva dove non sia vento, o qualche spelonca, o qualche luogo riparato nel monte! Oggi si vedono in cielo troppe grosse nuvole! — Una vecchia scimia gli rispose: A che questo tuo sbracciarti, o sciocco? Sta zitto piuttosto! Perchè è stato detto:


Con quei che ostacoli
Ha in ciò che fa,
Col giocatore
Che perduto ha.


Non parli il saggio
Se pur gli sta
A cor la sua
Felicità.

  1. Albero indiano.
Pizzi, Novelle Indiane di Visnusarma. — 6.