taggio di nostro signore. Ascolta adunque. — L’Orecchiaguzzi disse: Dilla subito, amico, perchè io senz’alcun dubbio l’eseguirò. Fatto il bene di nostro signore, sarà per me come se io avessi fatto cento opere buone, Ciaturaca disse: Offrigli, amico, la tua persona per riaverla poi due volte, sì che tu abbi una doppia persona e nostro signore abbia modo di sostentar la sua. — Udendo ciò, l’Orecchiaguzzi disse: Se così è, dicasi pur questo per mio vantaggio e facciasi intanto il desiderio di nostro signore, ma si cerchi, a tal fine, il testimonio della Giustizia divina. — Così avendo deliberato, tutti e tre se n’andarono dal leone. Ciaturaca allora disse: O signore, oggi non abbiamo incontrato alcun animale. Intanto, il divino sole è disceso al tramonto. Però, se nostro signore gli offre doppia persona, l’Orecchiaguzzi, per tale doppio accrescimento, gli offre la sua persona, pur col testimonio della Giustizia divina1. — Il leone disse: Se così è, così sta molto bene; a tal fine, facciasi in testimonio la Giustizia divina. — Come il leone ebbe dello queste parole, l’Orecchiaguzzi ebbe squarciato il ventre dal lupo e dallo sciacallo e fu ucciso, Vagiradanstra allora disse a Ciaturaca: O Ciaturaca, finchè io non ritorni dopo essere andato al fiume e dopo aver fatto l’abluzione di rito e adorato gli Dei, tu resta qui con attenzione. — Così avendo detto, entrò nel fiume. Andato via il leone, Ciaturaca pensò: In qual modo potrei io mangiarmi da solo questo cammello? — Così avendo pensato, disse a Craviamuca: O Craviamuca, tu hai fame; perciò, finchè nostro signore non torni, tu mangi della carne del cammello. Io poi, nel cospetto di nostro signore, ti discolperò. — Così, intanto che Craviamuca, avendo udito ciò, potè mangiarsi un cotal poco di carne, Ciaturaca si mise a gridare! Oh! oh! Craviamuca, nostro signore ritorna! Cascia il cammello e va lontano, ch’egli non sospetti che tu n’hai mangiato! — Dopo questo, il leone ritornò. Stando egli ad osservare il cammello, ecco che il cammello aveva strappato il cuore. Perciò, aggrottando le ciglia, disse con fiero cipiglio: Ohè! chi dunque ha fatto di questo cammello un avanzo qualunque? Suvvia! ch’io l’ammazzi perciò! — Intanto ch’egli così parlava, Craviamuca guardava in faccia a Ciaturaca come per dire: Suvvia! di’ qualche cosa perch’io sia salvo! — Ma Ciaturaca ridendo disse: Oh! dunque tu che sotto i miei occhi hai divorato il cuore del cammello, ora mi stai guardando in viso? Cogli ora il frutto d’una trista pianta! — Udendo ciò, Craviamuca, per timor della vita, fuggi lontano e il leone restò sul luogo. Intanto, per voler del destino, venne a passare per quella via una gran carovana di cammelli carica di merci. Al collo del cammello che era a capo della carovana, era legata una grossa campana, della quale udendo il suono fin da lontano, il leone disse a Ciaturaca: Si cerchi, o caro, che sia questo terribile suono che ora si ode e non si è mai udito innanzi. — Inteso ciò, Ciaturaca, come fu andato alcun poco per la selva, ritornando da lui subitamente,
- ↑ Passo oscuro nei diversi testi.