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libro primo 71

pertanto ordinata ogni cosa in questa maniera, il furioso elefante, come ebbe socchiuso gli occhi per il piacere del ronzio della mosca, e gli ebbe poi perduti per il becco del picchio, nell’ora del mezzogiorno errando qua e là tormentato dalla sete, poichè si fu messo a camminare seguitando la voce della rana, accostatosi a un gran burrone, vi precipitò e morì. Perciò io dico:


Pel picchio e per la passera,
Per la mosca e la rana,
Con forza e irresistibile


Di vasta carovana,
Andava, ben che forte,
Un elefante a morte. —


Il picchio disse: O cara, sia adunque così! Io con tutta una turba di amici farò seccare il mare. — Così avendo deliberato, radunando intorno a sè anitre, gru, cigni, pavoni e altri uccelli, disse: Oimè! ch’io son stato ingiuriato dal mare col portarmi via le mie ova! Perciò si cerchi modo di farlo asciugare! — Ma gli uccelli tutti, preso consiglio, risposero: Noi non possiamo far asciugare il mare! Perchè è stato detto:


Il debol che a combattere
Va preso a vertigine
Nemico potentissimo,


Come elefante tornasi
A cui le zanne caddero.


Ma nostra signora è l’aquila Garuda1. Però le si faccia conoscere il nostro misero stato, perchè, crucciata per la distretta de’ suoi consanguinei, si sdebiti col nemico; ovvero, se per sentimento della propria dignità non si prenderà cura di noi, non sarà male in ciò, perchè è stato detto:


Chi all’onesto servitore
O all’amico suo sincer
O al potente suo signore


O alla fida sua moglier
Svela il proprio suo malanno,
Vive poscia senza affanno.


Vadasi adunque da Garuda che è la nostra signora. — Fatto ciò, tutti quegli uccelli, con volti turbati, con occhi pieni di lagrime, con voci piagnolose, accostatisi a Garuda, incominciarono questo lamento: Oh delitto! oh delitto! Ecco che, pure essendo tu la nostra signora, il mare si ha portato via le ova di questo buon picchio! Intanto, ecco rovinata tutta la famiglia degli uccelli, perchè altri ancora, ad arbitrio, saranno uccisi dal mare. Perchè è stato detto:


Anche se illecita,
Imita l’opra
Questo di quello
Ov’ei la scopra2.


La gente sèguita
D’altri il sentiero,
Nè punto ha cura
D’esser nel vero.


E poi:


Da ladri e da furfanti
Che han vita infame e ria,
Da furbi e da birbanti,


Da simile genìa,
I sudditi vessati
Vônno essere guardati.

  1. L’aquila di Visnù. Vedi sopra.
  2. Quando la sappia.