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Non parla sicuro,
Eppur vive2 chi è servo anche con questo!
Ma il can sen va dove il desìo l’appella,
Il servitor dove altri gli comanda.
Che sopporta chi serve,
Valgon ben poco ad acquistar dovizia.
Ghiotta, rotonda e molle,
Se dovette servir chi aver la volle? —
Sangivaca disse: Dunque che vuoi tu dire? — E l’altro disse: Amico, non si conviene ai ministri svelar segreti. Perchè è stato detto:
E del suo prence guasta alcun disegno,
Scenderà in luogo d’eterno martire.
Al suo prence morte diè
(Così Narada4 già sentenziò)
S’anche il ferro non trattò.
Io tuttavia che ti son legato da vincolo d’affetto, posso svelar quel segreto in quanto che tu, per mia raccomandazione, sei stato accolto nella famiglia del re. Perchè è stato detto:
Ch’ebbe in un altro, dassene a costui
La prima colpa nel morir di lui.
Questo Pingalaca, adunque, ti vuol male; anzi, oggi stesso, in presenza mia e a quattr’occhi5, ha detto: «Domani mattina, come avrò ucciso Sangivaca, sazierò, ciò che non ho fatto da gran tempo, tutto il mio corteggio di animali». Io allora gli ho detto: Signore, non è bello che si procacci alcuno il proprio sostentamento col tradimento degli amici. Perchè è stato detto:
Egli allora mi rispose con ira: «O malvagio! Sangivaca è erbivoro e noi siamo carnivori. Però fra noi è inimicizia naturale. Come dunque
- ↑ Cioè si alza da letto senza essersi levata la voglia del dormire.
- ↑ Cioè pare non possibile che chi è servo, pur con tanti malanni, tolleri la vita.
- ↑ Il servitore fa e patisce per il sentimento del proprio dovere; il penitente patisce per la sua vita peccaminosa antecedente.
- ↑ Antico sapiente mitico.
- ↑ Il testo dice catushkarnatayô, cioè a quattr’orecchi.