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44 | novelle indiane di visnusarma |
un granchiolino accompagnato da diversi pesci, afflitto per il suo dolore, accostatosi a lei, così le disse con rispetto: Perchè mai oggi, o mamma, s’è preso da te a digiunare? Tutto è qui pieno di lagrime e di sospiri. — Ed essa disse: Figlio mio, tu hai indovinato il vero. Io mi nutro di pesci, ma ora, per penitenza, ho fatto voto di digiunare, e però io non mangio di alcun pesce anche se molto mi si accosta. — Il granchio, udendo ciò, disse: Qual è la cagione, mamma, di questa penitenza? — E quella disse: Figlio mio, io son nata presso queso stagno e vi sono anche invecchiata, e qui è stato udito da me che presto seguiranno dodici anni di siccità. — Il granchio disse: Da chi l’hai tu udito? — La gru disse: Dalla bocca di un astrologo, e ciò quando Saturno, tagliando la via al carro di Rohini1, prende Marte e Venere. Ora, è stato detto da Varahamihira2:
E poi:
Di gran delitti, tutta d’ossa infrante
E di cenere piena, a chi di teschi
Si fe’ cintura, ha simile sembiante4.
E poi:
E poi:
Ora, questo stagno è scarso d’acqua e fra poco sarà asciutto. In quella siccità tutti quelli coi quali io son cresciuta e coi quali mi sono trastullata, per mancanza d’acqua verranno a morire. Io non reggo a veder la loro morte, e però ho fatto questo voto di lasciarmi morir di fame. Intanto i pesci di tutti gli stagni scarsi d’acqua dai loro addetti sono trasportati in luoghi d’acque profonde; alcuni, anzi, incominciando dai delfini, dagli
- ↑ Nome del quarto asterismo lunare.
- ↑ Celebre astrologo indiano.
- ↑ Saturno
- ↑ Chi ha commesso qualche colpa, per farne la penitenza suol mettersi attorno alla cintura molti teschi di morti, come fanno i seguaci di Siva. Ora, la terra, sparsa di ossa e di cenere dei morti di fame nella siccità, somiglia appunto ad uno di questi rei penitenti.