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40 novelle indiane di visnusarma

Nata una figlia
È un cruccio fiero;
A chi darassi1,
È un gran pensiero.
Avrà, se sposa,
Felicità,
O non l’avrà?
Tu se’ un malanno
In verità,
O di figliuole
Paternità!


Son lo femmine e i torrenti
Nel potere equivalenti.
Oh! davver che s’assomiglia
Ogni sponda a ogni famiglia!
Fan rovina o fanno sperpero.
Or coi vizi, ora con l’onde,
Della casa le ree femmine
E i torrenti delle sponde.

E poi:


Della madre allieta il core
Una figlia quando è nata;
Poi, con cura e con affanno,
Dai parenti è nutricata.


Data ad altri con onore,
Si comporta indegnamente.
Son sventura insuperata
Le figliuole veramente! —


Così in varie maniere avendo pensato, egli parlò alla regina in un luogo segreto: Sappiasi, o regina, ciò che i paggi dicono. Intanto si crucci il dio della morte con colui dal quale questo inganno ci è fatto! — Anche la regina, ciò udendo, tutta turbata, venendo in gran fretta alla stanza della fanciulla, vide che il labbro inferiore le era stato morsicato e il corpo segnato da unghie, e però disse: Oh! malvagia, oh! disonor della tua casa, come mai hai tu fatto quest’onta a te stessa? Chi è quel già segnato dal dio della morte che ti si accosta? Suvvia! in presenza mia, si dica il vero! — Avendole così parlato la madre con ira aspra e riottosa, la giovane principessa, con aspetto di timore e di vergogna, rispose: Mamma, ogni giorno Visnù in persona, montato sull’aquila Garuda, viene da me la notte. Se questa parola mia non è la verità, tu stessa co’ tuoi occhi, ben nascosta, potrai vedere questa notte il beato sposo di Lacsmi. — Ciò udendo, la regina con bocca ridente, coi peli arricciati per la gioia, ritornando in gran fretta, così parlò al re: O re, possa tu essere felice! Ogni notte, il beato Visnù si accosta sempre a nostra figlia. Essa fu sposata da lui col matrimonio gaudarvico. Questa notte stessa egli si potrà vedere da me e da te andando a una finestra, perchè egli non vuol parlare coi mortali. — Al re che con gioia udì cotesto, parve quel giorno della lunghezza di cent’anni. Ma poi, standosi egli nascosto quella notte, postosi con la sua donna a una finestra, mentre si stava cogli occhi volti al ciclo, ecco che al tempo stabilito vide discender Visnù per l’aria, avente fra le mani la conchiglia, il disco e la clava, fornito de’ suoi segni consueti. Egli allora, pensandosi di nuotare

come in un mare pieno di nettare, così disse alla sua donna: O cara, non vi è alcuno al mondo più ricco di me e di te! Poichè il beato Visnù si prende piacere di nostra figlia convenendo con lei, tutti i desideri nostri del cuore saranno soddisfatti. Intanto, col potere di mio genero, io sotto-

  1. A chi si darà in isposa.