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libro primo 35

Nel momento del crepuscolo,
Loro intento come aggiungano,
L’uom deluso elle abbandonano
Qual di lacca un frusto inutile
Che con forza già spremettero.

Stordiscono, ubbriacano,
Ingannano, minacciano,

Acquetano, disturbano.


Nel molle cor dell’uom poich’entrar sanno,
Con quegli occhi sinistri1 oh! che non

[fanno?

All’interno velenose,
All’esterno dilettose,

Perciò simili ad un cesto
Tutto a frutti e a fiori intesto2,
Si ponno definir le nostre spose. —


Mentre il monaco così pensava, con affanno grande passò quella notte, e la mezzana, ritornata a casa sua col naso tagliato, andava pensando: Che s’ha da fare ora? e in che modo s’ha da nascondere questo gran malanno? — Mentre era in questi pensieri, ecco che il marito, che era stato a corte per sue faccende e ora tornava a casa sua in sul mattino, stando pur sulla porta di casa nella fretta di aver molte cose da fare in città, le gridò: O cara, portami subito la scatola de’ rasoi perchè io me ne vada alle mie faccende in città! — Ma quella, che aveva il naso tagliato, standosi pur dentro in casa, guardando a ciò che doveva fare, dalla scatola de’ rasoi toltone uno solo, lo scagliò contro il marito, perchè il barbiere, per la fretta che aveva, vedendo quel solo rasoio, preso dall’ira glielo avventò di contro. Allora la mala donna, levando in alto le braccia, con animo furioso, saltò fuori di casa gridando: Aimè! da questo scellerato, vedete! mi è stato tagliato il naso, onesta come sono! Aiuto! aiuto! — Intanto, i sergenti del re, accorrendo, come ebbero ben picchiato il barbiere con colpi di bastone, legatolo con corde robuste, insieme alla donna che aveva il naso tagliato, menandolo alla casa del tribunale, dissero ai giudici: Ascoltino le vostre signorie, i giudici. Da questo barbiere, senza alcuna colpa di lei, è stata mutilata questa perla di donna. Ora, ciò che si merita, gli si faccia. — Così essendo stato detto, dissero i giudici: Ah! barbiere, perchè mai da te fu mutilata la donna tua? forse che da lei è stato amato un altro? o forse che ti è stato fatto alcun danno alla vita? o forse che è stata fatta opera di ladroneccio? Suvvia! dicasi il fatto suo! — Ma il barbiere, disfatto dalle battiture, non poteva parlare, perchè i giudici dissero: Oh! dunque è pur vero ciò che dicono i sergenti del re! Costui non ode! Costui è uno scellerato! e questa povera innocente è stala trattata male da lui. Ora, è stato detto:


L’uom che ha commesso
Alcun misfatto,
Tristo e perplesso
Per quel che ha fatto,


Perde la voce,
Perde il colore,
Guarda sospetto,
Perde il vigore.

  1. Si può tradurre anche occhi leggiadri, perchè la parola mima significa bello, leggiadro, e anche sinistro in senso materiale e in senso morale. Con questo doppio senso, il poeta vuol accennare alla bellezza funesta delle donne.
  2. Frutti e fiori belli da vedere, ma velenosi, e perciò simili alle donne.