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30 | novelle indiane di visnusarma |
pian piano se ne veniva, non vide più Asadabati. Fatta perciò con grande ambascia l’abluzione di rito, esaminando la tonaca, ecco che il denaro non c’era più. Gridando allora: Aimè! aimè! ch’io son derubato! cadde svenuto a terra. Ma poi, dopo qualche tempo avendo ripreso i sensi, di nuovo, levandosi, incominciò a lamentarsi: O Asadabuti, or che m’hai ingannato, dove sei ito? suvvia! dammi risposta! — Così lamentandosi in maniere diverse, seguitando le pedate di colui, pian piano s’incamminò, e, andando, si trovò nell’ora della sera presso di un villaggio. Ora, da quel villaggio usciva appunto, con la moglie sua, un tessitore incamminato verso la città vicina per comprarsi rosolii, perchè Devasarma, vedutolo, così disse: O amico, noi siamo ospiti venuti presso di te ora che il sole è tramontato1, nè conosciamo alcuno qui, nel villaggio. Si osservi adunque il dovere dell’ospitalità, perchè è stato detto:
Il signor della casa, facendogli accoglienza,
A conseguir si leva de’ sommi Dei l’essenza.
E poi:
Il tessitore, udendo ciò, disse alla moglie: O cara, va tu a casa prendendo con te l’ospite e rimani intanto ad onorarlo di lavanda di piedi, di cena, di letto e d’altro. Io poi ti porterò rosolio in abbondanza. — Così avendo detto, se n’andò. Ma la moglie di lui ch’era donna di mal affare, prendendo con sè l’ospite, con bocca ridente perchè aveva in mente il suo Devadatta6, s’incamminò verso casa. Ora, egregiamente si dice:
E poi:
- ↑ S’intende che un ospite, capitato in quell’ora, non può essere respinto.
- ↑ Strame e paglia per dormire.
- ↑ In senso di stanza.
- ↑ I valentuomini, cioè i padroni di casa.
- ↑ I Fuochi sono i santi fuochi sacrificali; Indra è il signore degli Dei; i Padri, le anime sante degli antenati; l’Autor dell’essere, il Creatore, Brama.
- ↑ Nome dell’amante.
- ↑ Cioè nell’assenza dei loro mariti.
- ↑ Cioè non curano punto.