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22 novelle indiane di visnusarma

Terminate le nozze, il re col suo gineceo fu ricondotto a casa e onorato. Ora vi era un servitore del re, di nome Goramba, che ne soleva spazzar le stanze. Costui, essendosi seduto ad un posto che non gli conveniva, dinanzi al re e al mercante, dal mercante che se n’avvide, fu preso a pugni e discacciato. Goramba, da quel giorno in poi, fattosi sospiroso, per l’onta non poteva dormire nemmen di notte e intanto pensava: Come mai da me si potrebbe togliere il favore del re a cotesto mercante? E che mi fa questo inutile dimagrar del corpo? appunto perchè io non posso rendergli il contraccambio? Ora, ciò è stato detto a proposito:


Perchè mai sfacciatamente
L’uomo adirasi quaggiù,
Di vendetta s’è impotente?


Vedi che, s’anche saltella
Il pisel di sotto in su,
Non può romper la padella. —


Ma una mattina, nel momento che il re sonnecchiando stava a meditare, egli, mentre spazzava con le scope a piedi del letto, disse: Oh! grande ardire di Dantila che abbraccia la moglie del re! — Ciò udendo, il re, levatosi su tutto turbato, gli disse: O Goramba è vero ciò che tu hai mormorato? Dunque la regina si fa abbracciare da Dantila? — Goramba disse — O signore, avendo vegliato questa notte per esser dedito al giuoco, ora che io attendeva al lavoro delle scope, di forza il sonno mi ha colto. Perciò non so cosa mai io abbia detto. — Perchè il re, insospettito, andava dicendo fra sè: Come costui ha l’entrata libera in casa mia, così l’ha anche Dantila, e forse veramente egli avrà veduto la regina farsi abbracciare da colui. Perciò egli ha parlato così, perchè è stato detto:


Ciò che l’uom desìa nel giorno,
Ciò ch’ei vede e ciò che fa.


Più e più volte fa e ridice
Quando il sonno il sopraffà.


E ancora:


Ciò che in cor dell’uom si sta,
Sia pur cosa onesta o ria,
Manifesto si farà,


S’anche ben celato sia,
Da quel ch’ei favellerà
Nell’ebbrezza ovver nel sonno.


Quanto poi alle donne, qual dubbio v’è mai? Perchè è stato detto:


Con questo scherzano,
Quell’altro guardano
Tutte in furor,
A un altro pensano


Che hanno nel cor,
Oh! delle femmine
Chi ha il vero amor?


E ancora:


Le donne che sorridono col labbro
D’un color rosso pallido,

Con un lung’ora folleggiando scherzano;

A un altro poscia volgono gli sguardi,
Esse, che han gli occhi vividi,

Ampi come il bel fior che all’alba schiudesi,


E con la mente pensano frattanto
A un altro ancor, che, zotico,

Fugge da gentilezza e ha molti spiccioli.

Dunque, di queste che han leggiadre
Da chi potrà conoscersi

[ciglia,

Veracemente ove l’amor si collochi?