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18 novelle indiane di visnusarma

E poi:


Servo che dal padrone ebbe un comando
E, s’è grave o leggier, va ripensando,

Nutricar non si dee da tal signore
Che di suo buono stato è curatore. —


Pingalaca disse: Caro mio, se è così, va pure! Possano esser fortunate le tue vie! — Damanaca adunque, fattogli inchino, partì andando dietro alla voce di Sangivaca. Ma, partito Damanaca, Pingalaca, pieno di paura andava pensando: Aimè! io non ho fatto bene quando, fidandomi di lui, gli ho fatto conoscere il mio pensiero! forse Damanaca, avuto un regalo dall’una e dall’altra parte, mi serba rancore perchè fu già dimesso dall’ufficio. Intanto, è stato detto:


Quei che in onor già furono
D’un sire e or van spregiati,


Sempre quantunque nobili,
Di pur farlo morir si son sforzati.


Io pertanto, finchè possa conoscere ciò ch’egli vuol fare, andando in altro luogo, là starò ad aspettare. Perchè è stato detto:


Quelli che non si fidano,
Anche se fiacchi e deboli,
Mai non si fanno uccidere
Da chi più può di lor.
Ma quelli che si fidano,
Anche se forti e validi,
Soglionsi fare uccidere
Da chi può men di lor.
Nemmeno di Brihàspati1 l’uom saggio
Si fida allor che vuol beni e dovizie

E vita lunga e personal vantaggio.


Mai non si fidi alcun del suo nemico,
S’anche per sacramento a lui legato;

Vritra che un regno si levò ad ambire,
Coi giuri suoi per Indra fu ammazzato2.

Senza che alcun si fidi,
Nemmeno dagli Dei
Annientasi un nemico.
Dal prence degli Dei,
Perch’ebbe in lui fidanza,
Di Diti fu disfatta
Un dì la figliuolanza3. —

Così avendo pensato, recatosi in altro luogo, si stette là da solo ad aspettar la venuta di Damanaca. E Damanaca intanto, venuto là presso di Sangivaca, come l’ebbe riconosciuto per un toro, lieto dell’animo pensò: Oh! cotesto va egregiamente! E per pace e per guerra ch’io gli faccia fare con costui, Pingalaca sarà sempre sottomesso al mio volere. Perchè fu detto:


Non si comporta
Conforme ai detti
Di consiglieri,
Anche se schietti
E veritieri,
Un re giammai


Se pria non tocca
Malanni e guai.
Sempre fia da sfruttarsi a’ consiglieri
Quel re che sia venuto in qualche affanno.

Però, che tocchi al principe sciagura,
I consiglieri ognor s’augureranno.

  1. Vedi sopra.
  2. Il demone Vritra desiderava il regno del mondo, ma il dio Indra, venuto a patti con lui, dopo avergli giurata la fede, lo mise a morte per ragoini sofistiche desunte da quei medesimi patti.
  3. Diti fu la madre dei demoni Daitya che, ingannati dal re degli Dei Indra, furono poi disfatti da lui.