Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
18 | novelle indiane di visnusarma |
E poi:
Nutricar non si dee da tal signore
Che di suo buono stato è curatore. —
Pingalaca disse: Caro mio, se è così, va pure! Possano esser fortunate le tue vie! — Damanaca adunque, fattogli inchino, partì andando dietro alla voce di Sangivaca. Ma, partito Damanaca, Pingalaca, pieno di paura andava pensando: Aimè! io non ho fatto bene quando, fidandomi di lui, gli ho fatto conoscere il mio pensiero! forse Damanaca, avuto un regalo dall’una e dall’altra parte, mi serba rancore perchè fu già dimesso dall’ufficio. Intanto, è stato detto:
Io pertanto, finchè possa conoscere ciò ch’egli vuol fare, andando in altro luogo, là starò ad aspettare. Perchè è stato detto:
E vita lunga e personal vantaggio.
Vritra che un regno si levò ad ambire,
Coi giuri suoi per Indra fu ammazzato2.
Così avendo pensato, recatosi in altro luogo, si stette là da solo ad aspettar la venuta di Damanaca. E Damanaca intanto, venuto là presso di Sangivaca, come l’ebbe riconosciuto per un toro, lieto dell’animo pensò: Oh! cotesto va egregiamente! E per pace e per guerra ch’io gli faccia fare con costui, Pingalaca sarà sempre sottomesso al mio volere. Perchè fu detto:
Però, che tocchi al principe sciagura,
I consiglieri ognor s’augureranno.
- ↑ Vedi sopra.
- ↑ Il demone Vritra desiderava il regno del mondo, ma il dio Indra, venuto a patti con lui, dopo avergli giurata la fede, lo mise a morte per ragoini sofistiche desunte da quei medesimi patti.
- ↑ Diti fu la madre dei demoni Daitya che, ingannati dal re degli Dei Indra, furono poi disfatti da lui.