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libro quinto 229

ridendo gli rispose: Noi due abbiamo un solo ventre e però il riempirsene sarà in comune. Perchè adunque mangiarne l’uno e l’altro? È ben meglio che con questo poco che me ne resta, io consoli la mia carissima moglie. — In così dire porse alla moglie sua, la Barandia, quel resto di cibo, perché essa, come n’ebbe gustato, tutta contenta si diede ad abbracciarlo, a baciarlo, a stargli accanto, a fargli carezze. La seconda testa da quel giorno restò crucciata e malinconosa. Ma poi, un giorno, essa rinvenne un frutto velenoso. Al vederlo gridò: 0 vile e crudele! ecco che io ho trovato per caso un frutto velenoso. Io, per farti dispetto, lo mangerò. L’altra testa disse: 0 sciocca, non far così! Se tu farai così, morremo tutt’e due. Perdonami tu il mio errore, lo non ti farò mai più nulla di male. — L’altra, mentre questa così parlava, ingoiò il frutto velenoso. Ora, a che tante parole? L’una e l’altra morirono. Perciò io dico:


Quelli c’hanno un ventre solo
Ma fra lor disgiunti i gozzi,
Di cui l’uno avvien che il frutto


Del compagno suo s’ingozzi,
Vanno a male in lor bordello
Come già Baranda augello.


L’uom della ruota disse: Oh! così appunto! Tu hai detto il vero. Ritorna a casa tua; ma guarda di non andar solo. Perchè è stato detto:


Solo non gusti alcun d’alcuno intingolo,
Solo non vegli fra gli altri che dormono;

Solo non vada alcun per alcun vicolo,
Da solo i suoi vantaggi alcun non mediti.


Ancora:


S’anche dappoco,
Dà sicurtà
Ogni compagno
Che nosco va.
Un vïandante


Da una cerasta
Salvo restò
Sol perchè un granchio
L’accompagnò. —


L’uom dell’oro disse: Come mai cotesto? — E l’altro disse:

Racconto. — Una volta, abitava in un certo paese un Bramino di nome Brahmadatta. Costui, un giorno, doveva recarsi ad un villaggio per certa sua faccenda. Sua madre allora gli disse: Figlio mio, perché vai tu solo? Cèrcati alcun altro che li sia compagno nel viaggio. — Ma il Bramino rispose: Madre mia, non temere! la via è senza pericoli, e poi io devo andar solo per un affare d’importanza. — La madre allora, come ebbe inteso questo divisamento di lui, togliendo fuori un granchio che sfavasi in un buco d’una cisterna vicina, così disse al figlio: Figlio mio, poiché tu devi andare a qualunque costo, questo granchio sarà il tuo compagno. Tienlo adunque con ogni cura e va. — Il Bramino, per rispetto della madre, si tolse il granchio con ambedue le mani, lo ravvolse in un foglio pieno di canfora, lo ripose nella sua bisaccia da viaggio e partì. Ma poiché nell’andare si senti oppresso dal caldo estivo, venuto presso un albero vicino alla via, là sotto si addormentò placidamente. Subito allora un nero serpe, uscito da una cavità dell’albero, gli si strisciò vicino; ma, eccitato nel senso dall’odore della canfora, lasciando stare il Bramino, lacerò la tela della