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218 | novelle indiane di visnusarma |
E poi:
E che?
II tessitore disse: Quantunque sia così, si deve tuttavia interrogare una donna che è fedele al marito. — Come gli ebbe così parlato, andando in gran fretta disse alla moglie: O cara, oggi uno spirito si è dato alla mia volontà e mi darà ciò che io desidero, lo perciò son venuto a interrogarti. Dimmi cosa devo chiedere. Il barbiere, amico mio, dice che io devo domandare un regno. — La donna disse: O nobil uomo, che senno hanno mai i barbieri? E però non si deve fare ciò che essi dicono. Perchè è stato detto:
E poi, lo stato regale è infinitamente pieno di fastidi per il pensiero grave della pace e della guerra, delle spedizioni e degli assedi, degli accordi e della discordia, né procaccia all’uomo alcun che di bene, perchè:
Versan le brocche insiem con l’acqua1 il
[danno
Per la regia possanza augurando
Van la morte a chi prence s’appelli! —
Il tessitore disse: Tu hai detto il vero. Cosa adunque dovrò io domandare? — La donna disse: Tu finora metti in opera un solo telaio col quale fai ogni tuo guadagno. Domanda adunque un altro paio di braccia e un altro capo perché tu possa e davanti e di dietro lavorare ad un telaio. Così, col capitale di uno dei telai, si faranno le faccende di casa, e mentre col capitale dell’altro farai tutti gli altri affari, in mezzo a’ tuoi passerai con onore il tuo tempo e ti procaccerai la gloria dell’altra vita. — Il tessitore, come udì tutto ciò, tutto gioioso rispose: Bene! o donna fedele al tuo marito! Tu hai parlato egregiamente! Io farò così. Tale è il mio divisamente. — Così il tessitore, recatosi dallo spirito, fece la sua domanda. Poichè tu, disse, vuoi concedermi un favore, dammi un altro paio di braccia e un altro capo. — Come ebbe detto ciò, ecco ch’egli ebbe due teste e quattro braccia. Allora, mentre egli tutto lieto dell’animo ritornava
- ↑ L’acqua lustrale nella consacrazione dei re.