Non ponno i servi — senza il padrone;
Tale per vincolo — d’uffici alterni
È di lor vivere — ferma ragione.
Il re che se ne sta senza ministri
Che il favor ne procacciano alla gente,
Splender non può, sì come allor che il sole
Privo è di raggi, ben che assai possente.
Sui raggi insiste il mozzo della ruota,
Sul mozzo della ruota i raggi insistono;
Così d’un prence e de’ ministri suoi
La ruota della vita intorno volgesi.
Piantati sul capo,
Con olii continui
Nutriti i capelli
Pur cangian colore.
Oh! quanto più assai
Que’ servi si cangiano
Cui non tocca amore!
Il prence, come satisfatto sia,
Dona i servi nel limite dei doni
1;
Ma i servi suoi nel limite
Il servon dell’onore e con la vita!
Come ciò intendasi,
Dai re degli uomini
I servi scegliere
Accorti debbonsi,
Di sangue nobile,
Valenti ed agili,
Fidi e legittimi.
È possente quel re per quel ministro
Che ove gli faccia altissimo servigio
Malagevole e all’uopo, in niuna guisa
Il dice a lui, ma per pudor si tace.
Chi non chiamato
Innanzi viene
E sulle porte
Sempre si tiene,
E, dimandato,
Ben misurato
Il vero espone,
È degno servitor dei re sovrani.
Chi, non richiesto,
Come alcun rischio
Vegga del sire
E il rischio corre
A prevenire,
È degno servitor dei re sovrani.
Chi, castigato
E maltrattato
Ed insultato
Dal suo signore,
Contro a lui male
Non pensa in core,
È degno servitor dei re sovrani.
Non si fa ardito
E del disprezzo
Non è stizzito,
Ma pur lo stesso
Umor conserva,
È degno servitor dei re sovrani.
Chi nè per fame
Si cruccia mai,
Nè per vegliare,
Nè caldo o freddo
Per tollerare,
È degno servitor dei re sovrani.
Chi pure udendo
Che ha da venire
Guerriero annunzio
Appo il suo sire
E con ridente
Bocca lo sente,
È degno servitor dei re sovrani.
Quello per cui s’accresce
Il confin dell’impero,
Come la luna cresce
S’egli al governo sta,
È degno servitor dei re sovrani.
Ma il ministro onde scema,
S’egli al governo sta.
Dell’impero il confine
Come, al fuoco sospeso,
Un cuoio s’è rappreso,
Da chi suo regno ha in cura, è da dimettere.
È quel ministro una seconda sposa
In cui fidato sta commesso ufficio
Alla mente di lui non dubitosa.